Ho appena telefonato all’ing. Callegher, Responsabile di Settore Gestione del Territorio – Servizio Patrimonio e Ambiente del Comune di Martellago e, a proposito della natura dei dispositivi bianchi e quadrati, installati in luogo pubblico in vicinanza della videosorveglianza, mi ha riferito che sì, si tratta di antenne, ma non hanno a che fare con il progetto di telefonia mobile di quinta generazione (5G).
Mi ha invitato, inoltre, a contattare il gestore del sistema di videosorveglianza pubblico, CONSIP, per avere informazioni tecniche sull’apparato.
Ho consultato il sito e sono andato alla ricerca dei bandi di gara relativi a telefonia mobile, antenne e videosorveglianza e ho trovato questo.
Nella documentazione di gara (allegato 5 – capitolato tecnico) vengono, infatti, elencati vari sistemi di comunicazione dati senza fili wi-fi (bridge punto a punto (PtP), punto a multipunto (PtMP) e Wireless CPE (Customer Premises Equipment, apparecchiature locali per i clienti), operanti nel range di frequenza di 5,470-5,725 GHz (wi-fi 5GHz).
Quindi, quanto reso pubblico da CONSIP è in linea con quanto riferitomi dal Comune.
Il fatto che vengano usati ponti wi-fi per la trasmissione dati è un punto a favore, poiché questi emettono molto meno delle comuni stazioni radio base (routers, punti di accesso).
Bisogna però fare un’osservazione: leggendo il paragrafo 2.3.5.2, si parla delle attività volte a garantire la piena funzionalità dei sistemi relativi al servizio di videosorveglianza, tra cui:
la potatura di alberi che crescendo causino
ostruzione visiva delle telecamere o comportino mancata visibilità tra gli apparati wireless
Mi viene subito in mente i vari casi di abbattimenti selvaggi degli alberi che stanno colpendo l’Italia in queste settimane e che ben vengono riassunti in questo video:
Per cui, quello degli alberi, per chi gestisce antenne in luogo pubblico, è un problema noto da tempo e degli enti locali probabilmente sono già intervenuti in passato, potando o abbattendo alberi, a vantaggio dei ponti wi-fi. Quindi, l’attuale ondata di abbattimenti potrebbe essere legata sia a un sistema wireless già esistente, sia a un nuovo sistema, ai più sconosciuto e non dimostrato sicuro, di futura implementazione.
Non mi stupirei se la lobby della telefonia mobile sfruttasse i bandi di gara CONSIP per giustificare la loro politica spietata ai danni della Natura (cioè, a danno nostro).
E non mi stupisce il fatto che CONSIP, in base ad un’altro bando di gara, non esclude l’implementazione del 5G come servizio di telefonia mobile nella Pubblica Amministrazione:
Il presente documento contiene le prescrizioni e definisce i requisiti tecnici per i servizi di telefonia
mobile da prestare in favore delle Amministrazioni ed Enti […] La Consip si riserva, inoltre, ai sensi dell’articolo 106, comma 1, lett. a), del d.lgs. 50/2006, la
possibilità di inserire in Convenzione: […] servizi di trasmissione dati basati sulla c.d. tecnologia «5G»
Tra l’altro, non capisco perché si voglia sfruttare il ponte radio solo per la videosorveglianza e non per il resto delle strutture della PA. Uno spreco di risorse insensato.
Poi, si potrebbero abbandonare queste tecnologie a favore del Li-Fi che supera le classiche antenne radio per le telecomunicazioni sotto molti aspetti.
In questo panorama, c’è una cosa che un po’ mi insospettisce: se CONSIP mette a disposizione, mediante convenzione con gli enti pubblici, i sistemi di telefonia mobile e videosorveglianza, perchè il Comune risponde alla mia richiesta FOIA dicendo che non ha competenza in materia di radiofrequenze, mentre la legge regionale del Veneto, 9 luglio 1993, n. 29 dice che gli impianti di teleradiocomunicazione (comprese le antenne della videosorveglianza) sono autorizzati dai Comuni?
Il Comune non vuole prendersi la responsabilità per eventuali problemi alla salute dei suoi cittadini nel caso in cui venisse coinvolto nel cd. “Internet delle cose”? Sta subendo pressioni dalla lobby della telefonia mobile?
Il Sindaco dovrebbe considerare con più attenzione i pericoli dell’elettrosmog e, in particolare, delle onde millimetriche del 5G, unirsi ad altri Comuni italiani, come hanno fatto i Piccoli Comuni, e appoggiare la causa dell’Alleanza Stop 5G.
Può cercare di far fronte all’inquinamento elettromagnetico anche con piccoli gesti, come ha fatto il Comune di Castelfranco Veneto (TV) con questa campagna di sensibilizzazione, rivolta agli studenti delle scuole medie.
O, se non ha tutto quel coraggio che dovrebbe avere, può almeno sponsorizzare delle soluzioni di protezione dai CEM artificiali.
Detto tutto questo, presto cancellerò l’archivio delle presunte antenne. Lo cestino soltanto, nel caso in cui potrebbe servire un’altra volta…Spero di no, ma bisogna essere prudenti.